Autonomia e peso sul territorio

Written by  Irene Righetti

Un nuovo corso all'insegna del localismo e della territorialità per la Cassa di Risparmio di FerraraGiuseppe Grassano con Alfredo Santini

Giuseppe Grassano (in alto a destra con Alfredo Santini) è il neo direttore della Cassa di Risparmio di Ferrara; la nomina, da parte del Consiglio di Amministrazione, è giunta lo scorso 23 settembre. Piemontese di Alessandria, vanta un'esperienza bancaria pluriennale: 34 anni passati nel mondo delle casse di risparmio e 17 in quello delle popolari. Una carriera lunghissima, iniziata quasi per caso alla Cassa di Risparmio di Alessandria, la banca della sua città, e costellata da innumerevoli traguardi e tanti successi, che lo hanno visto via via impegnato su diversi fronti. "Sono entrato in banca per così dire in pantaloni corti - ha esordito Grassano - e ne sono uscito direttore generale; nel corso degli anni ho affrontato tante realtà e sfide, e ora dopo 51 anni di attività lavorativa ho risposto positivamente alla chiamata della Carife, felice di poter nuovamente operare in una cassa di risparmio che ha radici profonde nel territorio". Una banca che il neo Direttore conosceva da tempo, come lui stesso ha messo in luce: "Ebbi modo di conoscere la Banca negli anni Novanta, e già allora ne trassi un convincimento positivo: l'immagine fu di una Cassa vincente, redditizia, di grande peso sul territorio". Il ricordo positivo della Cassa ha contribuito nel farle accettare l'incarico? Il conoscere già la storia di una banca, una storia importante fatta di successo, capacità di presenza sul territorio, vicinanza alle imprese, ha contribuito nel farmi accettare di tornare in un contesto che in passato ho affrontato molto da vicino, dopo una parentesi nelle banche popolari. La strategia della Cassa di Risparmio di Ferrara e di tutto il Gruppo verrà in parte ridisegnata. Ci può spiegare in che modo? La politica gestionale di qualunque società e banca deve essere adeguata alle dimensioni dell'azienda e alle professionalità esistenti nella stessa. Carife è una banca nata sul territorio, sviluppatasi a macchia di leopardo sullo stesso territorio e nelle regioni limitrofe. Ad un certo punto però ha voluto percorrere strade diverse, facendo delle acquisizioni anche in regioni lontane e in attività non sempre in linea con il core business. La politica gestionale che si vuole attuare ora è riportarla alle origini, alle small business, alle piccole e medie aziende, ad un'attività cosiddetta di retail sul territorio. In particolare sul territorio di vocazione storica dove possiede una quota di mercato molto elevata e raccoglie risorse importanti della clientela; risorse che devono tornare al territorio attraverso il sostegno alle aziende economiche e produttive. Ferruccio De Bortoli ha definito Carife il panda delle casse di risparmio italiane: una rarità preziosa in quanto è tra le poche ad avere mantenuto l'autonomia. Che cosa pensa di questa definizione? L'autonomia di una banca è una condizione molto importante per garantire al territorio un adeguato sostegno funzionale allo sviluppo delle strutture socio-economiche in esso presenti. Carife, sostenuta dalla Fondazione, ha fatto di questo assunto la sua ragione d'essere. Certo non tutta la comunità finanziaria condivide l'autonomia di una banca sul territorio; alcuni sostengono che la globalizzazione richiederebbe d'essere accorpati in un grande gruppo per garantire all'economia locale e i prodotti finanziari o di altro tipo di cui hanno bisogno. A mio avviso è un assunto errato, in quanto qualunque banca locale di dimensioni simili alla nostra può ottenere questi prodotti da società che le producono a livello internazionale con un vantaggio competitivo dato dal fatto che può scegliere i prodotti migliori in relazione alle specifiche necessità. Recentemente ha presentato alla comunità finanziaria e locale i dati del secondo semestre 2009; può spiegare i passaggi salienti? La situazione semestrale presentata ha evidenziato l'esistenza di alcune problematiche gestionali, in particolare sul credito, che traggono motivazione anche dall'andamento negativo dell'economia; basti pensare che è la prima volta dal 1929 che attraversiamo una congiuntura di tale portata, che ha colpito tutti i settori, sia a livello globale e sia a livello locale. Di converso, però, abbiamo constatato dalla stessa semestrale un'evidente crescita della raccolta, indicatore molto positivo dell'attenzione e della fiducia dei risparmiatori nei confronti dell'Istituto. Direttore, parliamo ora agli Azionisti destinatari della Rivista; cosa può dire loro in questo particolare momento? Tra i miei obiettivi primari c'è il rafforzamento del rapporto con gli Azionisti . Un obiettivo importante in un momento certamente complesso per la Banca, nel quale le difficoltà contingenti, legate anche alla crisi globale, richiedono un legame ancor più saldo con tutti gli Azionisti e con il territorio di elezione di Carife. Come Direttore generale vorrei poi assicurare il massimo impegno e la volontà di operare per il bene del Gruppo. Credo, e lo ripeto, che questo sforzo si renderà tanto più efficace quanto più potrà contare su Soci che vogliano condividere con noi obiettivi e impegno.

 

ASSEGNATO IL PREMIO "NICOLÒ COPERNICO – FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI FERRARA" PER LE SCIENZE BIOMEDICHEdottoressa Amalia Conti
L'edizione 2009 del premio "Nicolò Copernico" per le Scienze Biomediche, rivolto ad un ricercatore junior per la presentazione di un progetto innovativo nel settore: "Osteosarcoma: meccanismi di insorgenza e nuovi approcci terapeutici" ha visto come vincitrice la dottoressa Amalia Conti, che vediamo nella foto accanto, insieme all'avvocato Guido Reggio, segretario generale della Fondazione, durante la cerimonia di premiazione. Il progetto scientifico proposto dalla vincitrice, che opera in seno al Laboratorio di Oncologia, Istituti Ortopedici Rizzoli di Bologna, ha come finalità l'individuazione e la validazione di biomarcatori per la prognosi e cura di tumori dell'osso ad alto grado di malignità. Le nuove metodiche indicate nel progetto, associate alle procedure attuali, permetteranno alla Dott.ssa Conti di verificare sulle cellule neoplastiche degli osteosarcomi la presenza di specifiche molecole. In particolare, proteine marcatrici e microRNA saranno il bersaglio per interventi terapeutici più mirati per la cura degli osteosarcomi, spesso resistenti ai farmaci antitumorali e al contempo serviranno come nuovi marcatori di prognosi della malattia oncologica. Il progetto, svolto nel laboratorio di ricerca, appare rapidamente trasferibile alla pratica clinica nel settore della oncologia ortopedica. La ricerca presentata, articolata correttamente, ha un'alta probabilità di successo grazie anche all'esperienza della proponente e del gruppo di ricerca. Le ricadute applicative nel settore della prognosi e cura dell'osteosarcoma maligno ad alto grado sono stati tra le motivazioni determinanti nel conferimento del premio.